L'artista marchigiano Daniele Camaioni rappresenta una delle voci più interessanti nell'ambito della food art italiana e non.
Le sue opere sono state esposte nelle più importanti gallerie e fondazioni nazionali ed internazionali, tra cui: la Fondazione Merloni, la Limner Gallery di New York, la Galleria de Meerse di Amsterdam e lo spazio MauMau di Barcellona.
Nell'estate 2011, ha vinto il secondo posto al premio/mostra Food Art 2011 di Ceglie Messapica (BR).
Camaioni classe 1978 , nasce ad Ascoli Piceno, si forma presso l'Istituto d'Arte O. Licini della città e successivamente frequenta la Scuola Internazionale di Comics a Roma.
La sua passione per il cibo nasce nel periodo dell'infanzia, trascora da Daniele per la maggior parte trascorre nella cucina del ristorante
dei suoi genitori , dove fu stregato dai colori, dagli accostamenti e dalla danza
di forme e consistenze degli alimenti. Di lì a poco impara come le golose
tonalità delle pietanze possano diventare uno strumento per esprimere la
sua giocosa creatività di bambino, tanto che, già a 4 anni, si diverte
dipingendo la sua camera ogni mese con un colore diverso.
E' però l'incontro con l'artista Paolo Consorti
a rivelarsi determinante per lui: Consorti è il primo a credere nel suo
potenziale, indirizzandolo verso la strada giusta da seguire. Ed è
sempre Consorti ad ispirarlo nell'uso della fotografia digitale.
La fotografia è una componente
essenziale dell'arte di Camaioni, un mezzo che gli permette di fissare
rapidamente le sue scenografie costituite da vivande, che rischiano di
deteriorarsi e scomparire nel giro di pochi minuti.
Le opere del food artist ascolano
nascono da quel mondo di immagini che popola la sua fantasia sin dall'infanzia . Immagini che l'artista cerca di tradurre in forma
attraverso l'utilizzo di pietanze che modella come fossero materia
scultorea, costruendo articolate architetture. La struttura viene poi fotografata, rielaborata digitalmente e stampata su
adeguati supporti.
Camaioni dà così vita a mondi magici e allo stesso tempo inquietanti, ad universi metafisici, come in Emperors City
del 2008, dove, attraverso l'utilizzo di quelle che potrebbero sembrare
delle fette di melone, torna a rivivere un mondo antico e mitico,
sospeso in un'atmosfera opprimente, come nelle migliori opere del Grande
Metafisico, Giorgio de Chirico.
Per Camaioni il cibo è un elemento di
condivisione, uno strumento attraverso cui poter cogliere le mille
sfaccettature della personalità e del carattere di chi lo ha cucinato.
Per questo motivo l'artista è
sostanzialmente contrario ai fast-food, i quali, proponendo dei sapori
omologati, conducono ad un profondo impoverimento umano e culturale.Per Camaioni però il cibo, elemento
atavico e dalle forti componenti istintuali, si rivela anche un mezzo
imprescindibile per pervenire a quella dimensione spirituale
rappresentata, ad esempio, in un'opera come Bodhisattva 2.0 del
2010. Il food artist in questo caso si avvale di funghi champignon per
realizzare un articolato mondo di entità che nascono dalla terra, ma che
aspirano al raggiungimento dell'illuminazione.
Nell'arte di Daniele Camaioni quindi la
componente fisica, primordiale, si unisce a quella spirituale, creando
un sodalizio che dà vita ad opere di straordinaria complessità.
Bodhisattva 2.0
Emperors City
Nuclear Land
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