lunedì 15 luglio 2013

Daniele Camaioni


L'artista marchigiano Daniele Camaioni rappresenta una delle voci più interessanti nell'ambito della food art italiana e non.

Le sue opere sono state esposte nelle più importanti gallerie e fondazioni nazionali ed internazionali, tra cui: la Fondazione Merloni, la Limner Gallery di New York, la Galleria de Meerse di Amsterdam e lo spazio MauMau di Barcellona.
Nell'estate 2011, ha vinto  il secondo posto al premio/mostra Food Art 2011 di Ceglie Messapica (BR).

Camaioni classe 1978 , nasce ad  Ascoli Piceno, si forma   presso l'Istituto d'Arte O. Licini della città e successivamente frequenta la  Scuola Internazionale di Comics a Roma.

La sua passione per il cibo nasce nel periodo dell'infanzia, trascora da Daniele per la maggior parte trascorre nella cucina del ristorante dei suoi genitori , dove fu stregato dai colori, dagli accostamenti e dalla danza di  forme e consistenze degli alimenti. Di lì a poco  impara come le golose tonalità delle pietanze possano diventare uno strumento per esprimere la sua giocosa creatività di bambino, tanto che, già a 4 anni, si diverte dipingendo la sua camera ogni mese con un colore diverso.
E' però l'incontro con l'artista Paolo Consorti a rivelarsi determinante per lui: Consorti è il primo a credere nel suo potenziale, indirizzandolo verso la strada giusta da seguire. Ed è sempre Consorti ad ispirarlo nell'uso della fotografia digitale.

La fotografia è una componente essenziale dell'arte di Camaioni, un mezzo che gli permette di fissare rapidamente le sue scenografie costituite da vivande, che rischiano di deteriorarsi e scomparire nel giro di pochi minuti.
Le opere del food artist ascolano nascono da quel  mondo di immagini che popola la sua fantasia sin  dall'infanzia . Immagini che l'artista cerca di tradurre in forma attraverso l'utilizzo di pietanze che modella come fossero materia scultorea, costruendo articolate architetture. La struttura  viene poi fotografata, rielaborata digitalmente e stampata su adeguati supporti.

Camaioni dà così vita a mondi magici e allo stesso tempo inquietanti, ad universi metafisici, come in Emperors City del 2008, dove, attraverso l'utilizzo di quelle che potrebbero sembrare delle fette di melone, torna a rivivere un mondo antico e mitico, sospeso in un'atmosfera opprimente, come nelle migliori opere del Grande Metafisico, Giorgio de Chirico.
Per Camaioni il cibo  è un elemento di condivisione, uno strumento attraverso cui poter cogliere le mille sfaccettature della personalità e del carattere di chi lo ha cucinato.
Per questo motivo l'artista è sostanzialmente contrario ai fast-food, i quali, proponendo dei sapori omologati, conducono ad un profondo impoverimento umano e culturale.Per Camaioni però il cibo, elemento atavico e dalle forti componenti istintuali, si rivela anche un mezzo imprescindibile per pervenire a quella dimensione spirituale rappresentata, ad esempio, in un'opera come Bodhisattva 2.0 del 2010. Il food artist in questo caso si avvale di funghi champignon per realizzare un articolato mondo di entità che nascono dalla terra, ma che aspirano al raggiungimento dell'illuminazione.
Nell'arte di Daniele Camaioni quindi la componente fisica, primordiale, si unisce a quella spirituale, creando un sodalizio che dà vita ad opere di straordinaria complessità.
                                                   

                        
 Bodhisattva 2.0
 
                                          


Emperors City





Nuclear Land

                           



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